L'ARTICOLO
Nel 1974, il prolifico scrittore e saggista Isaac Asimov, cominciò a scrivere una
serie di brevi articoli per la rivista interna dell'American Airlines. Questi articoli
comparivano in una rubrica intitolata "Cambiamenti", dedicata alla
"futurologia".
In linea con il suo inguaribile ottimismo, Asimov esplora tutta una serie di scenari in
cui l'uomo riesce sempre a "spuntarla"... ma il suo ottimismo pare non possa
fare nulla contro l'entropia! In questo articolo (che non ha la pretesa di essere preciso
ed esaustivo come uno scritto di Rifkin, ma la cui logica è comunque impeccabile), non
riesce a far altro che predire una "lunga Quaresima vegetariana" per una
popolazione mondiale in continua crescita.
LA
QUARESIMA PROSSIMA VENTURA
Di Isaac Asimov
Non c'è nulla che si possa sfruttare al cento per cento. É una conseguenza di quel che
viene chiamato il secondo principio della termodinamica. In qualsiasi macchina termica una
parte dell'energia contenuta originarimente nel combustibile va sprecata per effetto
dell'attrito e una parte ancor più considerevole si allontana sotto forma di puro e
semplice calore. É già un grande successo quando il motore riesce a sfruttarne un
quaranta per cento.
Analogamente, le piante usano solo una piccola parte dell'energia solare incidente, quando
trasformano i materiali inorganici come l'anidride carbonica, l'acqua e i sali minerali in
tessuti viventi. (Fortunatamente, la luce solare è abbondante e non si spegne mai: anche
con un rendimento così, la Terra è coperta di vegetazione.)
Un animale che si nutre delle piante ha un rendimento più elevato, ma - per costruire e
per conservare i propri tessuti - sfrutta solo il dieci per cento circa dell'energia
contenuta nel suo cibo. Se una data specie di animali si nutre di una data specie di
piante, queste devono crescere ad un tasso dieci volte superiore a quello degli animali.
La massa totale delle piante esistenti deve essere dieci volte superiore a quella animale.
Se, per qualche motivo, gli animali si moltiplicano fino a superare questa proporzione di
dieci a uno, alcuni di loro rimarranno senza cibo. Se tutti continuenno a nutrirsi in modo
incontrollato, la riserva di piante disponibili diminuirà: rimarrà senza cibo un numero
di animali ancor più elevato. Alla fine, la proporzione canonica si ricostruirà, ma
l'equilibrio verrà raggiunto in corrispondenza di una popolazione - di animali e piante -
inferiore alla precedente.
Anche nel caso di animali carnivori, la proporzione tra la massa dei predatori e quelle
delle prede è sempre di uno a dieci. Pertanto, per ogni cento chilogrammi di vita
vegetale abbiamo dieci chilogrammi di vita animale vegetariana e un chilogrammo di vita
animale carnivora che si nutre di questa.
Si può incontrare una lunga "catena alimentare" di animali che mangiano altri
animali, prima di giungere alle piante. In tal caso, tanto più ci si allontana dalle
piante che costituiscono il primo anello della catena, tanto più piccola sarà la massa
complessiva di quella particolare specie animale.
E' per questo motivo che gli animali vegetariani tendono ad avere una dimensione superiore
a quella dei carnivori. Possono permetterselo. I più grandi animali che abitano sulla
terraferma sono vegetariani.
Nel mare, il più grande animale che si nutre soltanto di animali di grande dimensione è
il capodoglio, la cui dieta si basa principalmente sul calamaro gigante. Però alcune
balene a fanoni sono più grandi del capodoglio: soprattutto la balena azzurra, che può
raggiungere i trenta metri di lunghezza e un massa di centocinquanta tonnellate. La balena
azzurra è il più grande animale che sia mai vissuto - in tutto il corso della storia
della terra - e si nutre di minuscoli gamberetti vegetariani, chiamati krill, presenti in
enormi quantità nelle acque polari.
Per superare i limiti di masa consentiti, un animale può saltare qualche anello della
catena alimentare. Invece di mangiare grandi animali che si nutrono di altri animali,
piuò mangiare piccoli animali che si nutrono di piante. O, meglio ancora, può nutrirsi
direttamente di piante.
Molti animali hanno scarse possibilità di scelta per ciò che riguarda il cibo - il koala
può mangiare solo foglie di eucalipto, niente eucalipto, niente koala - ma l'uomo ha la
fortuna di essere onnivoro e di potersi nutrire di qualsiasi tipo di cibo.
La grande maggioranza degli esseri umani, ogni qualvolta ha la possibilità di farlo, pare
preferire una dieta a base di carne, ma, anche quando tale carne proviene da animali
erbivori, si tratta pur sempre di un notevole spreco. Ricordiamo che con cento chilogrammi
di vegetali si ottengono solo dieci chilogrammi dell'animale da noi mangiato e che questi
a loro volta corrispondono ad un solo chilogrammo del nostro corpo. Se consumassimo
direttamente le piante invece di servircene per nutrire gli animali, la stessa quantità
di vegetali corrisponderebbero a dieci chili del nostro corpo. Per dirla in breve, se
tutti gli esseri umani fossero vegetariani, la popolazione mondiale potrebbe essere dieci
volte superiore a quella che si avrebbe se tutti si nutrissero esclusivamente di carne.
Per questo motivo, allorchè venne scoperta l'agricoltura, circa diecimila anni fa, e i
cereali divennero il piatto forte della nostra alimentazione, la popolazione umana crebbe
a dismisura ovunque furono introdotte le nuove tecniche agricole. Ed è per questo che
oggi le nazioni con un'alta densità di popolazione e non sufficientemente ricche da
potersi permettere l'importazione di cibo devono limitarsi a una dieta prevalentemente
vegetariana.
Alcuni animali allevati dall'uomo a scopo alimentare si cibano di vegetali che l'uomo non
è in grado di consumare, come per esempio l'erba. Ma anche questo può essere uno spreco.
Perchè lasciare a pascolo estensioni di terreno così vaste, che - almeno in parte -
potrebbero essere coltivate a cereali?
Oggi, questi problemi sono di rilevanza mondiale. La popolazione umana aumenta ogni anno
di ottanta milioni di individui. Nel 2010 sulla terra ci potrebbero essere otto miliardi
di persone, invece degli attuali quattro. Come faremo a nutritli tutti?
Dato il massiccio impegno nella produzione di maggiori quantità di cibo, forse non
potremo più permetterci il lusso di mangiare manzo, agnello, maiale e pollo. La carne
potrebbe diventare una ricercatezza, e forse addirittura un lusso proibito, e l'intera
umanità potrebbe trovarsi costretta a una lunga Quaresima vegetariana, finchè la
popolazione mondiale non ritornasse a livelli accettabili e gli esseri umani non
imparassero a prolificare soltanto entro il consentito dalla produzione alimentare.
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